“ Se mio padre è scappato via di corsa da me, allora io lo inseguirò. Questo è il pensiero che ha in testa mentre corre. Corre perché sa che suo padre è in vantaggio su di lui. Un vantaggio fatto di chilometri e di anni “.
Ho voluto ripescare questo libro , che avevo letto due anni fa, ma che mi è rimasto impresso per la sua narrazione , giusto per farmi nuovamente un’idea , l’ho voluto rileggere e devo dire che mi ha ulteriormente emozionata.
Perché ho voluto iniziare questa recensione con questa frase ? Perché la storia è una continua corsa alla ricerca di quel padre , che aveva abbandonato il piccolo Chamdi , già in fasce, in un orfanotrofio.
Ci troviamo a Bombay nel 1993, periodo in cui si fanno vivi e presenti i continui scontri politici e religiosi tra induisti e musulmani, una città ben lontana da quella che ha sempre sognato il nostro protagonista Chamdi, ovvero “ Kahunsha”, che significa “ città senza tristezza”.
“La citta’ senza tristezza. Un giorno tutta la tristezza scomparirà, e allora nascerà Kahunsha” .L’orfanotrofio , rappresenta per Chamdi , un luogo protetto , dove trova un pasto caldo ed un letto in cui dormire , inoltre ha un rapporto privileggiato con la direttrice che lo definisce “ brillante” davanti ai suoi compagni. Il termine “ brillante” era riferito alla parte sognatrice di Chamdi , al suo lato sensibile e al continuo fascino che subiva attraverso i colori ,ed in modo particolare ai colori delle bouganville.
Chamdi si rifuggia e si perde attraverso questi colori , che un po’ riescono a distoglierlo da quel dolore di un padre mai conosciuto , di una famiglia mai avuta ; sarà l’orfanotrofio stesso, la sua famiglia ed il suo focolare fino all’età di dieci anni .
“Dovreste andare a mettervi anche voi vicino alle bouganville, così diventerete brillanti come me”.
Compiuti dieci anni e venendo a conoscenza di come suo padre lo avesse abbandonato, Chamdi decide che è arrivato il momento di lasciare l’orfanotrofio , quel luogo sicuro , per andare a vivere in mezzo alla strada , in una Bombay maledetta, per rincorrere un suo sogno chiamato “papà”! In questa avventura , non perderà mai di vista quei petali di bouganville e una sciarpa macchiata di sangue , ovvero l’unico ricordo di suo padre.
“ Chamdi vorrebbe chiedergli di Bombay, del perché non si vedono colori, canzoni, facce sorridenti, effusioni. Ma poi si dice che è in città da troppo poco tempo . Prima o poi si imbatterà di certo in qualcosa che assomiglia al luogo della sua fantasia”.
La sua fuga dall’ orfanotrofio , lo fa affacciare in una realta’ crudele , fatta di guerra e di contrasti , non si sentono né odori né colori, Chamdi è costretto a crescere più del dovuto , a diventare precocemente un uomo, nonostante la sua tenera età .
“Quando vivi per strada, ci metti un attimo a vedere tutto quel che c’è da vedere. In pochi giorni ti passano davanti cose che alla maggior parte degli adulti occorre una vita per scoprire. Mio padre lo diceva sempre. Non ti preoccupare”.
L’incontro con i due fratelli Sumdi e Guddi , segnerà la svolta di questo cambiamento e stile di vita , presto si verrà a creare tra loro un rapporto di solidarietà , tre bambini che vivono in mezzo alla strada , o meglio ancora, oserei definirla sopravvivenza. Chamdi apprende questo stile di vita,con non poche difficoltà ,poichè il suo volto è quello tipico di un bambino sognatore , con la faccia pulita , sa leggere e scrivere, motivo per cui inizialmente viene preso in giro dai due fratelli: “per chiedere l’elemosina devi avere la faccia sporca , devi essere pietoso , devi essere ignorante , devi essere un bravo attore , a nessuno interessava che sapesse leggere e scrivere”.
Quanto è violenta e quanto è lontana questa città da “ Kahunsha”, costretti non solo a chiedere l’elemosina , ma ad essere anche sfruttati da un capo della delinquenza locale Anand Bhai. Tutti coloro che in quel quartiere vivono in mezzo alla strada , sono al servizio di questo capo , costringendo gli stessi mendicanti a consegnargli gran parte del ricavato dell’elemosina.
Non saranno mai sufficientemente ricchi per poter scappare da Bombay, quindi escogitano un piano , per derubare i soldi del tempio. Sarà proprio Chamdi , grazie alla sua magrezza che passerà attraverso i pali del tempio, ma una volta attraversato il tempio, avviene un attentato , esplode una bomba , muoiono tante persone tra cui Sumdi. Sembra destino che il sogno di Chamdi non si possa realizzare , di poter scappare da Bombay e di ritrovare suo padre. Nonostante queste avversità , Chamdi non perde la speranza e non vuole abbandonare i suoi sogni , e assapora con dolcezza questa forte amicizia con Guddi.
“ per questo io sogno . I sogni sono gratis”
Un libro che mi ha commosso , per riflettere sulla vita difficile che molti bambini magari in paesi lontani da noi , sono costretti a subire malvolentieri , crescendo più velocemente del dovuto . Bambini, che continueranno ad avere nel loro cuore un sogno “ Kahunsha”, la città senza tristezza.
D. P